Casi clinici

LOMBOSCIATALGIA PARALIZZANTE

TRATTATI I PD,
SCALERÀ IL KILIMANGIARO

È il caso di un giovane con una lombosciatalgia molto grave trattato attraverso i PD a fine 2001 e inizio 2002.

Davanti ad un caso del genere si può ritenere ancora valida la teoria meccanica?

C. V., paziente di 26 anni che presentava una lombosciatalgia paralizzante con piede cadente (fig. 1) in presenza di numerosi gravi danni vertebro-discali (fig. 2, dal basso verso l’alto):

  1. spondilolistesi
  2. grande ernia espulsa migrata
  3. ernia media e stenosi del canale
  4. protusione

Era stato proposto un intervento di chirurgia vertebrale di: rimozione ernie, allargamento stenosi, riduzione e fissazione dello scivolamento vertebrale con placche, viti e trapianto osseo. Una volta superata l’anestesia e il pesante intervento che gli avrebbe bloccato la colonna sarebbero seguiti mesi di fisioterapia per trattare il piede gravemente paralizzato. Essendo passati quaranta giorni dall’inizio della paralisi il paziente accettò di fare dieci sedute di trattamento attraverso i Punti Dolorosi della sua lombosciatalgia.

Risultato attraverso i Punti Dolorosi:

  • Miglioramento clinico lombosciatalgia dell’80%
  • Ripristino totale della flesso-estensione della colonna (fig.3 e 4)
  • Marcata riduzione delle ernie alla RMN di controllo eseguita 9 mesi dopo il trattamento (fig. 5)
  • Ripresa della validità motoria del piede del 60-70% (fig. 6).

L’elettromiografia che prima indicava una sofferenza marcata della radice L5, nove mesi dopo il trattamento ha evidenziato solo un lieve miglioramento della radice, anche se clinicamente il miglioramento del piede era stato del 60-70% e il paziente aveva ripreso a correre e a giocare a calcio.

Essendo capo scout, dopo 17 mesi ha potuto fare senza problemi una marcia di cinque ore in alta montagna con lo zaino in spalla e nel 2006 ha scalato il Kilimangiaro (m 5895 – fig. 7) con uno zaino sulle spalle di 15 KG. Al controllo 2013 continuava a far parte della scuola di roccia e giocava in una squadra di rugby.

STENOSI SERRATA DEL CANALE VERTEBRALE E LOMBOSCIATALGIA PARALIZZANTE

TRATTATI I PD,
DA INOPERABILE A COMPLETAMENTE GUARITO 

Un altro caso estremo: paziente di 71 anni, presentava una stenosi estremamente serrata del canale vertebrale lombare (fig. 8) e una lombosciatalgia paralizzante bilaterale (pochi passi e cadeva). Era inoperabile per la stenosi troppo grave e anche per una importante cardiopatia, quindi destinato alla carrozzina. Trattato a livello di due grossi Punti Dolorosi lombari (fig. 9), in poco tempo sciatica e paralisi si sono risolte completamente. È vissuto altri sedici anni tenendosi la sua stenosi serrata e senza più presentare nè lombosciatalgia, nè paralisi.

Statistiche degli anni ’90 e risultati di questo genere in presenza di quadri di estrema compressione ci hanno indotto da oltre vent’anni a non dare alcuna importanza ai danni vertebrodiscali e a ignorarne consapevolmente la presenza, mentre trattiamo con attenzione scrupolosa i Punti Dolorosi. Le indagini neuroradiologiche e altre vanno comunque sempre eseguite per evitare di trattare lombosciatalgie in presenza di patologie neoplastiche o infettive acute o vascolari acute.