Statistiche su cefalee

Risultati statistici PD su 186 cefalee

Premessa

(Aldino Barbiero, Edoardo B., Nello Bindi)

Le cefalee rappresentano un grosso problema per la medicina. Sono importanti per l’alta frequenza di poco inferiore a quella delle lombalgie e lombosciatalgie e perché spesso sono invalidanti e comportano la perdita di parecchi giorni lavorativi. Ne soffrirebbero più di trecento milioni di persone del pianeta e quasi otto milioni di italiani. Esse sono oggetto di accurato studio diagnostico e patogenetico da parte di medici di varie specialità e dei centri di cefalea. Ancor oggi le terapie usuali sono soprattutto farmacologiche e sintomatiche, durano anni o decenni o tutta la vita, con risultati parziali, poco soddisfacenti, non definitivi e con alcuni effetti collaterali.

Le classificazioni internazionali delle cefalee sono complesse, molto particolareggiate e se ne distinguono centinaia di tipi. La classificazione internazionale 2004, seconda edizione, volume 24, supplemento 1, occupa ben 163 pagine di fogli A4. Invece la Medicina Punti Dolorosi usa per le Cefalee una classificazione PD assai semplice e pratica basata su pochi concetti fondamentali che vengono proposti col neurologo Nello Bindi, esperto di Medicina Punti Dolorosi e che ha studiato il meccanismo d’azione dei PD.

L’apporto della Medicina Punti Dolorosi nel campo delle cefalee si è dimostrato altamente innovativo, di straordinaria rilevanza e di inattesa efficacia. Il suo approccio alla patologia è molto diretto e radicalmente diverso da quello della medicina classica e dell’agopuntura cinese. Si basa su una grande semplificazione diagnostico-terapeutica: tutte le cefalee, tutti i dolori, disturbi, sintomi e aure di accompagnamento sono sempre e necessariamente rappresentati da Punti Dolorosi di infiammazione indicati dal paziente. Se tali Punti Dolorosi esterni risolvono stabilmente il problema, evidentemente vuol dire che corrispondono anche a eventuali disfunzioni interne e le risolvono. Ciascun PD corrisponde a parti diverse del cranio e del cervello. Dal punto di vista pratico basta trovare il PD anche senza conoscere a quale struttura malfunzionante del cervello, esso corrisponda perché ‘il Punto Doloroso sa’ a cosa corrisponde trovandosi necessariamente inserito nel circuito neurologico riflesso principale della cefalea e della disfunzione e le risolve stabilmente.

Il procedimento PD è talmente semplice ed efficace che si può essere tentati di curare senza fare le consuete indagini diagnostiche. Invece sempre e prima di tutto si deve fare diagnosi medica utilizzando tutti i consueti mezzi che ci mette a disposizione la medicina classica (visite neurologiche, oculistiche, odontoiatriche, ORL ed esami strumentali come RX, TAC, RM con o senza mezzo di contrasto, EEG, ecocolordoppler, ecc..). Questo perché di necessità bisogna sempre escludere patologie infettive acute, virali acute, aneurismi, ematomi, emorragie, trombosi endocraniche e soprattutto escludere le patologie espansive neoplastiche primitive o secondarie perché tutto questo necessita di altri percorsi diagnostici e terapeutici. Per fortuna queste patologie rappresentano una parte assai ridotta di cefalee, ma siccome esistono il paziente deve avere tutta la documentazione in ordine per escluderle. Quasi tutte le Cefalee sono trattabili attraverso i Punti Dolorosi dei loro sintomi. Trattando i PD principali della cefalea e dei sintomi di accompagnamento, trattiamo la cefalea in tutte le sue manifestazioni e sfaccettature. Eliminati i sintomi/PD con opportuni stimoli riflessogeni non ci potrà più essere cefalea. Il concetto è fin troppo semplice e chiaro.

Agendo attraverso i PD si ottengono risultati positivi in una percentuale altissima che sfiora il 90% dei casi e tali risultati sono stabili nel tempo. Con la Medicina PD si possono affrontare cefalee recenti che paradossalmente richiedono più attenzione dal punto di vista diagnostico e cefalee che durano da 20-30-40 e più anni.

La Medicina Punti Dolorosi con la sua concretezza ed efficacia, oltre ad aver cambiato le basi diagnostiche e terapeutiche dell’ernia del disco, dell’artrosi e delle malattie psicoemozionali, di fatto risolve anche il complicato e grave problema delle Cefalee con semplicità, rispetto dell’ecologia e vantaggio sociale.

L’approccio della Medicina PD alle cefalee è assolutamente diverso e più semplice di quello riflesso dell’agopuntura cinese. Con la Medicina PD si va direttamente su pochi, indispensabili e concreti obiettivi, sul PD di Partenza Clinica e sui PD di Massimo dolore, dei sintomi di accompagnamento e delle aure. Per fare tutto questo e realizzare il trattamento più personalizzato e più efficace si ha assolutamente bisogno della collaborazione del paziente. Servono 6-8 sedute. Nelle cefalee ormonali femminili servono 1-2 sedute in più dilazionate nel tempo per completare il riequilibrio ormonale.

Classificazione delle cefalee

CEFALEE SECONDARIE

Ne distinguiamo tre gruppi: Cefalee Secondarie, Cefalee Primarie e Cefalee Miste.

    • Ictus: subito dopo la fase acuta o anche a distanza di anni si possono trattare gli esiti di ictus con risultati quasi sempre sorprendenti; si ricercano sulla testa e sul padiglione auricolare i Punti Dolorosi della cefalea indicati dal paziente e quelli corrispondenti alla sede della lesione. In presenza di dolore, deficit neurologici, rigidità, contratture, zoppia, ecc. a livello degli arti si trovano PD talmente efficaci da dare risultati spesso immediati. Particolarmente efficaci sono i PD utili per trattare eventuali disturbi della parola; in pochi minuti si possono ottenere risultati importanti. Conviene sempre trattare anche il PD Emozionale e quelli delle patologie associate. Può addirittura succedere che durante una seduta si riesca a far aprire una mano rimasta chiusa per anni o estendere di 20-30 gradi un gomito rimasto flesso o migliorare in maniera assai evidente i disturbi della parola. Per ottenere risposte di particolare rilievo è importante avere una buona collaborazione da parte del paziente e che le lesioni siano parziali, non totali.
    • Processi espansivi endocranici: qui l’agopuntura PD in genere è sconsigliata per angiomi e neoformazioni in quanto si rischia di accelerare l’evoluzione della patologia. Si possono comunque trattare i PD di massimo dolore con sedute distanziate di due settimane e stimoli precisi e in numero limitato quando il dolore risulti insopportabile.
    • Meningo-encefaliti: gli esiti sono trattabili con i PD cranici e con quelli di eventuali deficit a distanza se il paziente è sufficientemente collaborativo. In caso di amputazione si possono ridurre o eliminare i fastidiosi disturbi a livello dei monconi.
    • Traumi cranici: i PD delle cefalee postraumatiche sono trattabili in genere con ottimi risultati. Ovviamente occorre fare molta attenzione alle indicazioni del paziente, alle cicatrici lasciate dal trauma ed a quelle di eventuali interventi chirurgici sul cranio.
    • Oto-mastoiditi: esse vanno trattate con PD attorno all’orecchio o alla mastoide, non tanto in fase acuta o febbrile e si deve fare attenzione se si accompagnano a problemi nasali omolaterali o bilaterali che vanno pure trattati; spesso si ottengono risultati molto interessanti anche su concomitanti sensazioni di orecchio chiuso, acufeni, diminuzione dell’udito e sensazione di naso chiuso. Ad ogni sensazione anomala corrisponde un PD indicato.
    • Rino-sinusiti (fig. 1): sono frequenti, abbastanza impegnative e trattabili con risultati buoni. Siccome le patologie ORL sono soprattutto patologie delle mucose, occorre sempre trattare anche eventuali disturbi delle mucose dell’apparato digerente e tracheo-bronco-polmonare. E’ utile altresì dare consigli alimentari per migliorare lo stato generale PNEI. Se ci sono polipi o pseudopolipi nasali le difficoltà aumentano e serve la collaborazione dello specialista ORL. In caso di riacutizzazione rinosinusitica durante il ciclo PD in genere un nuovo trattamento antibiotico può risultare ora più efficace. Se alla fine il paziente viene trattato chirurgicamente l’agopuntura PD migliora il terreno e facilita un buon risultato.
    • Idrocefalo: se si accompagna a cefalea o a senso di intontimento si possono trattare i PD indicati, come si fa nelle altre cefalee; bisogna fare attenzione a problemi legati ad eventuali pregressi interventi neurochirurgici con la presenza di tubicini di drenaggio del liquor.
    • Febbre: è controindicato l’uso dei PD in fase di cefalea febbrile.
Fig. 1 Cefalea Rino-Sinusitica

CEFALEE PRIMARIE

Cefalee muscolo-tensive: è la più frequente fra tutte le cefalee, secondarie e primarie. Trattasi quasi sempre di cervico-cefalea. Dal punto di vista pratico l’agopuntura PD distingue cinque sottogruppi di cefalee muscolotensive riferendosi soprattutto alle diverse zone interessate (frontale, temporale, ATM, nucale e vertice) come si rileva dalla seguente classificazione. Spesso due o più zone sono interessate contemporaneamente creando combinazioni dolorose con caratteristiche particolari che sembrano indicare delle costanti.
Ne elenchiamo cinque a frequenza decrescente:

  • Cefalea Oculo-Nucale: questa cefalea muscolotensiva in genere interessa gli occhi con un PDM oculare (fig. 2) localizzato sulla parte interna delle sopracciglia (punto maestro dell’occhio), passa poi sulla parte supero-esterna del cranio con eventuale PD secondario sul tale percorso e il PDM posteriore si trova classicamente sui legamenti nucali; nella nostra esperienza questa è la cefalea muscolotensiva più frequente nei maschi. Il trattamento di tali PD è avvantaggiato dall’uso della manipolazione cervicale e da quello del PDE che producono un grande effetto mio-distensivo.
Fig.2 Laser su PD Cefalea muscolotensiva Oculo-Nucale
Fig. 3 Sede PD nella cefalea della domenica
  • Cefalea Temporo-Nucale Laterale: questa è più esterna della precedente ed è quasi sempre una cefalea muscolotensiva-ormonale, molto più frequente nel sesso femminile e presenta un classico aggravamento premestruale; in genere il PDM anteriore è indicato sulle tempie e quello posteriore sulle fossette nucali (di lato ai suddetti legamenti nucali). Anche in questo tipo di cefalea è particolarmente utile trattare il PD Emozionale che possiede anche un importante effetto regolatore psico-neuro-endocrino-immunitario. È poi molto importante trattare il principale PD di regolazione ormonale femminile che si trova sotto il malleolo interno (6 di rene in agopuntura cinese). I PD di Partenza clinica di queste prime due cefalee muscolotensive vengono spesso indicati in zona cervicale.
  • Cefalea Frontale (della domenica) (fig. 3): si presenta classicamente con un PD che parte da circa metà sopracciglio e sale verticalmente verso l’alto per tre-sei centimetri. In genere il PD ha le caratteristiche di una cordicina fibrositica dolorosa. Altre volte i PD si trovano sulle bozze frontali o sulla zona del cosiddetto terzo occhio o sulla fronte bilateralmente in alto vicino all’attaccatura dei capelli, specie se in presenza di concomitanti disturbi gastrointestinali.
Fig. 4 Cefalea Vertice: PD con capelli a vortice
Fig. 5 Cefalea con PD Temporo-Mandibolare
  • Cefalea del Vertice (fig. 4): in genere questa cefalea si accompagna a quella temporale e a sensazione di intontimento, confusione e difficoltà di concentrazione. Abbastanza spesso anche questa cefalea è ormonale.In genere il PD è più centrale e più indietro rispetto al particolare PD della fig. 4 che presenta inclinazione a vortice dei capelli.
  • Cefalea dell’ATM (fig.5): in questi casi oltre ai PD sull’ATM conviene cercare eventuali contratture dolorose dei masseteri e in basso verso l’angolo mandibolare; in qualche caso se il paziente tarda a migliorare si può rendere necessaria la consulenza odontoiatrica per la presenza di difetti di occlusione dentaria e necessità di bite o di altro. In alcuni casi si ha successo con i PD laddove varie cure odontoiatriche hanno fallito.

Emicrania e cefalea
a grappolo

    • L’emicrania è una cefalea frequente, pulsante, vasomotoria, che in genere interessa metà cranio o alternativamente ambedue le metà della testa; può essere preceduta da qualche forma di aura; il paziente viene invitato ad indicare il suo dolore; talora è un po’ più impegnativa da trattare con i PD rispetto alle precedenti  muscolotensive per la presenza di disturbi visivi e scotomi scintillanti con PD ben trattabili con aghi di luce;
    • la cefalea a grappolo (fig. 6) è caratterizzata da crisi di dolore forte, trafittivo, atroce, che si possono accompagnare a panico, lacrimazione, rinorrea; durano circa una o due ore, poi cessano anche spontaneamente per ripresentarsi dopo una o due ore con la stessa violenza. Per fortuna sono rare. Si trattano anche queste sul PD di Partenza clinica e su quello Massimo. Quest’ultimo nelle sedute successive può cambiare sede e forma, ma viene sempre indicato dal paziente.Nel caso della fig. 6 il PDM all’inizio del trattamento era sulla bozza frontale sinistra, molto piccolo. Ma era solo come la punta di un iceberg perché poi è allargato in alto verso l’attaccatura dei capelli, poi sulla tempia, poi è divenuto bilaterale, finché la cefalea è scomparsa del tutto con otto sedute e altre due o tre dilazionate nel tempo. E’ utile associare la manipolazione cervicale e come sempre il trattamento del PD Emozionale. Come nell’emicrania, anche nella cefalea a grappolo vanno trattati tutti i PD dei sintomi oculari, sensitivi, motori, ecc., di accompagnamento.
Fig. 6 PD di Cefalea frontale a grappolo

CEFALEE NEVRALGICHE

  • Le cefalee nevralgiche sono temibili o per il dolore urente come quello da Herpes Zoster o per la presenza di fitte lancinanti come la classica nevralgia del Trigemino. Entrambe possono interessare una delle tre branche del trigemino (frontale, mascellare o mandibolare). La nevralgia da Herpes Zoster è molto facile da trattare con l’agopuntura PD; si trattano i classici PD Massimo, PD di emergenza della branca trigeminale e poi si mettono aghi fra le vescicole. Bisogna intervenire prima possibile onde evitare che il processo morboso interessi la cornea con esito in cicatrici che possono danneggiare la vista in parte o totalmente.
    Nella classica nevralgia del Trigemino i risultati sono molto più difficili da ottenere e conviene intervenire su vari fronti: ATM, PDP, PDM, PDE, emergenza delle branche, consigli alimentari, ecc. e può essere utile possedere gli strumenti e l’abilità di portare il paziente alla consapevolezza del conflitto che può aver innescato la patologia. Cosa non facile. Per fortuna il più delle volte si tratta di nevralgie pseudo-trigeminali molto più facilmente trattabili.

    Presentiamo un caso di vera nevralgia del trigemino trattato nel febbraio 2012 (fig. 7): signora C. M. di anni 53, accusava fitte lancinanti che partivano dal bordo supero-interno del meato nasale destro e il PD Massimo si trovava sotto il sopracciglio destro, dove sentiva come conficcarsi un terribile pugnale; ha ripetutamente negato stress e conflitti correlabili con l’inizio della nevralgia; era molto incerta se iniziare o meno il trattamento per paura di peggiorare perché la sua capacità di sopportazione era già al limite e il tutto durava da diciotto mesi. Si è iniziato con una delicata auricoloterapia e alla seconda seduta con calma si è usato un ago d’oro riscaldato sul bordo della narice destra e un altro sul PDM vicino e sotto l’estremità mediale del sopracciglio dx in prossimità dell’emergenza della branca frontale; con l’andare delle sedute denunciava solo piccoli miglioramenti e continuava a piangere.

    Alla quinta seduta si notò che il PD Partenza clinica era molto diminuito ed il Punto Massimo era scomparso, ma la paziente continuava a piangere descrivendo un percorso leggermente diverso. E’ risaputo che quando un paziente piange troppo per il dolore in genere piange anche per qualcosa d’altro. Nel libro Ogni sintomo è un messaggio della psicoterapeuta Claudia Rainville si è scritto che chi soffre di nevralgia del trigemino in genere ha stress talmente forti da non avere il coraggio di parlarne. Resisi conto che non si era ancora trattato il PD Emozionale, fu trovato in zona medio-sternale, fu messo un ago d’oro su tale PD Emozionale e improvvisamente successe l’imprevedibile: la paziente avvertì una fitta lancinante all’occhio destro, scoppiò in pianto dirotto raccontando senza freni che aveva due figlie con gravi problemi agli occhi e alla vista. A fine seduta la paziente disse: “Dottore non creda che mi sia messa a piangere per la fitta all’occhio. Non so perché mi sia messa a piangere e a parlare. Mi è venuto da fare così.” La settimana dopo tornò dicendo che era migliorata dell’80% e la volta successiva del 90%. Sembrava un’altra persona. Dopo qualche mese però, in seguito a una dozzina di giorni di lavoro in fiera, ha avuto una riacutizzazione per la quale altre tre sedute non furono sufficienti. Si riporta questo sfogo della paziente solo per dire che il PD Emozionale non finisce mai di stupire per le sue poliedriche e incredibili potenzialità. Evidentemente il PD Emozionale sternale era in qualche modo intimamente collegato con il circuito neurologico della nevralgia trigeminale e, vista la localizzazione oculare, ai problemi di vista delle figlie.
    Nel 2015 è stata trattata una gravissima nevralgia del trigemino perdurante da due anni usando aghi di luce. Si è ottenuto risultato pieno. Si vedrà con una casistica più ampia se questo stimolo può aprire la strada verso reali nuove possibilità.

    La Sindrome di Ramsey Hunt è una nevrite post-herpetica con interessamento del ganglio genicolato che può colpire una delle tre branche del trigemino o altri nervi cranici; quando interessa la branca frontale può complicarsi con cicatrici corneali; quando interessa il nervo facciale può determinare una paresi di questo nervo. Il suo trattamento è abbastanza impegnativo. Ci si fa indicare il percorso dei PD operativi; gli stimoli più efficaci in genere sono quelli più superficiali. Nelle forme nevralgiche non si deve usare il softlaser elio-neon perché può scatenare fortissime reazioni dolorose.

    Le Nevralgie del Nervo Piccolo e Grande Occipitale (di Arnold), che si localizzano sulla nuca e salgono sull’occipite spesso con fitte lancinanti e le nevralgie del Nervo glossofaringeo, che comporta difficoltà dolorosa alla deglutizione, sono trattabili usando stimoli superficiali e profondi a seconda delle caratteristiche dei PD.

Fig.7 Nevralgia del trigemino, PD partenza nasale

CEFALEE MISTE

Sono cefalee che hanno caratteristiche che corrispondono in parte all’una e/o all’altra delle precedenti tre forme di cefalea primaria (muscolotensiva, emicranica o a grappolo/nevralgica). Valgono i suggerimenti espressi sopra per ciascuna di esse.

Procedimento diagnostico-terapeutico

Dopo aver eseguito la diagnosi medica o aver preso visioni degli accertamenti già eseguiti dai centri di cefalea, con l’aiuto del paziente si procede alla definizione dei Punti Dolorosi che sarà necessario trattare. Procedimento:

  • serie di domande orientative per verificare un grande complesso di dati personalissimi
  • indicazioni istintive manuali e verbali del paziente su quanto richiesto
  • ricerca digitale precisa dei PD indicati
  • trattamento della cefalea con manipolazione cervicale o auricoloterapia e trattamento diretto dei PD selezionati e definiti usando piccoli aghi monouso o stimoli del tutto indolori come piccoli laser puntiformi o con aghi di luce; alla fine si tratta il PD Emozionale e quelli di eventuali patologie associate.

Studio osservazionale sulle cefalee trattate con agopuntura pd

(Studio osservazionale su 186 cefalee – Dott. Aldino Barbiero ed Edoardo Barbiero)

In uno studio osservazionale sulle schede cliniche eseguito con l’aiuto di Edoardo Barbiero, studente di medicina ed esperto di statistica medica, si è considerato un gruppo di 186 Cefalee trattate con i Punti Dolorosi nel periodo gennaio 2006 – marzo 2009. Dall’analisi dei grafici del dolore/disturbo delle schede cliniche, si sono considerati risultati ottimi con miglioramento dall’80 al 100%, buoni quelli con miglioramento dal 60 al 79% e negativi quelli con miglioramento dallo 0 al 59%.

In alcuni casi la cefalea era il problema principale del paziente e in altri casi era un problema secondario perché il paziente era venuto a trattare principalmente un’altra patologia. In ogni caso tutte queste cefalee sono state sempre curate insieme alle altre patologie presenti.

Paziente permettendo, in quasi tutte le cefalee si è iniziata la terapia PD con una manipolazione cervicale dopo la quale documenta una subitanea e notevole riduzione dei PD cefalici e cervicali. Se il paziente non accetta la manipolazione si può usare l’auricoloterapia oppure si passa subito al trattamento diretto dei PD.

I risultati finali del gruppo generale risentono negativamente della presenza delle cefalee oto-rino-sinusitiche, di quelle a grappolo e di quelle nevralgiche nelle quali i risultati positivi sono più difficili da ottenere. Ma il loro numero è limitato. Nel gruppo generale abbiamo avuto risultati ottimi nel 63% dei casi e buoni nel 26%, quindi positivi nell’89% dei casi (fig. 8 e 9), cioè in una percentuale altissima. Si è arrivati quasi sempre a sospendere l’uso continuativo dei farmaci. Tuttavia durante e dopo il ciclo terapeutico i pazienti potevano usare farmaci al bisogno. Proibirli a pazienti con ricordi troppo dolorosi poteva creare ansia e sensazione di abbandono.

Fig. 8 Risultati PD nel gruppo generale considerato
Fig. 9 Risultati positivi nell’89% dei casi

Si è analizzato l’andamento della risposta in rapporto al sesso (Fig. 10) nel gruppo generale mettendo insieme i risultati positivi e quelli negativi. Qui di seguito nel testo i miglioramenti delle femmine si mettono fra parentesi, per confronto diretto. E’ emerso che i maschi dopo la prima seduta arrivano alla seconda migliorati mediamente del 22,5% (femmine 20,2%), alla terza del 40% (36,4%), alla quarta del 47,8% (45,6%), alla quinta del 61,7% (57,8%), alla sesta del 63,7% (66,4%), alla settima del 68,9% (70,6%) e dopo la settima all’ottava del 71,8% (74,7). Cioè dopo la prima, seconda, terza e quarta seduta i maschi arrivano alla quinta migliorati mediamente di 2-3 punti in più; con la quinta seduta, che in genere si esegue dopo quattro settimane dall’inizio, nelle donne le cose cambiano, si ha un balzo più marcato di miglioramento nelle femmine (del 2% i maschi e dell’8,6% le femmine) che alla fine passano addirittura in vantaggio di 2-3 punti rispetto ai maschi. Forse tali differenze sono legate ai tempi più lunghi necessari per il riequilibrio ormonale femminile.

Fig. 10 Sesso: fino alla V° seduta migliorano più i maschi, alla fine più le femmine

CEFALEE MUSCOLO-TENSIVE

Analizzando separatamente i due principali sottogruppi Oculo-Nucale e Temporo-Nucale Esterna, sono emersi i seguenti risultati. Nelle cefalee muscolotensive Oculo-Nucali si sono rilevati risultati ottimi nel 67,8% dei casi, buoni nel 17,8% dei casi e negativi nel 14,4% (fig. 11) e quindi positivi (fig. 12) nell’86% dei casi.

Fig. 11 Risultati nelle cefalee muscolo-tensive classiche
Fig. 12 Positivi nell’86% dei casi

Nelle cefalee muscolotensive Temporo-Nucali Esterne (ormonali) si sono ottenuti risultati (fig. 13) ottimi nel 62,5% dei casi, buoni nel 26,4% dei casi e negativi nell’11,1%, quindi (fig. 14) positivi nell’89% dei casi e negativi nell’11%.

Fig. 13 Risultati nelle cefalee ormonali
Fig. 14 Risultati positivi nell’89% dei casi

Considerazioni conclusive

Evidentemente le disfunzioni cerebrali interne algogene sono collegate con i PD esterni al cranio in maniera biunivoca. Anche in medicina, come spesso succede in problemi collegati, non si riesce a sapere se sia nato l’uno o l’altro. Si può ugualmente pensare che siano questi PD esterni a determinare la disfunzione interna oppure che sia la disfunzione interna a determinare i PD esterni. Il problema in pratica non esiste se trattando il PD esterno risolviamo bene e stabilmente l’intero problema e senza effetti collaterali avversi. Il PD è come una statua bifronte, come le due facce della stessa medaglia, si comporta come bottone-spia diagnostico e anche come bottone-comando terapeutico. Nella Medicina PD diagnosi e terapia sono sempre intimamente, strettamente e direttamente connesse.

Una curiosa domanda da fare al cefalalgico è: “Dove ti viene da premerti la testa quando hai molto male?”. Quasi sicuramente indicherà il PD Massimo della sua cefalea.

In definitiva nelle cefalee non ci sono PD fissi da considerare magicamente risolutivi tanto che lo scopritore sia tentato di tenerli segreti o che solo pochi conoscano; per definizione i PD sono variabili e indicati; caso mai ci sono PD in zone più frequentemente interessate; quelli giusti e più efficaci caso per caso vengono indicati dal paziente e definiti e trattati dal medico. Grande è la semplicità e grande l’efficacia. Più di 10.000 i casi trattati in 35 anni (2015).

Con questa statistica sulle cefalee termina la serie di supporti scientifici eseguiti per oggettivare l’esistenza dei Punti Dolorosi e l’efficacia del loro uso. Ci si augura che nei prossimi anni molte altre ricerche vengano eseguite sull’argomento con maggior disponibilità di personale, mezzi e competenze per validare l’elevata efficacia della Medicina PD in queste e altre patologie.